Per Chaplin e la sua squadra, le fotografie di scena erano solo un veicolo pubblicitario. Quasi quotidianamente durante la produzione di tutti i suoi film venivano scattate fotografie di scena. Quelle considerate accettabili venivano numerate e stampate. Per alcune produzioni, le note scritte a mano sul retro delle foto originali indicano a quale agenzia di stampa furono assegnate determinate fotografie, o decretano che un'immagine è NG (no good, ovvero non buona). Le migliori immagini furono stampate in numerose copie per la diffusione per la stampa.
Le fotografia scattate erano di due diverse tipologie: foto di scena e immagini del dietro le quinte, queste ultime etichettate come "Pub", ovvero per la pubblicità – per quanto anche le foto di scena erano a scopo pubblicitario. Chaplin non ha mai fatto fotografare le scene migliori dei suoi film – per esempio la scena della “feeding machine”, la macchina mangiatrice in Tempi moderni o la danza dei panini in La febbre dell'oro - perché non voleva rivelare le migliori gag di un film prima dell'uscita.
Nel caso del Grande dittatore non ci sono fotografie ufficiali della famosa scena del barbiere, né del discorso finale, né della sadica danza di Hynkel con il mappamondo, esiste solo qualche scatto di Dan James e di altri fotografi di studio.
Sebbene la stampa e il grande pubblico fossero a conoscenza che le riprese del Grande dittatore erano in atto, Chaplin fu estremamente attento che nulla trapelasse dalle mura degli studos. Nel febbraio 1940 vennero scattate alcune fotografie, rilasciate alla stampa, della replica in legno del cannone tedesco Big Bertha (utilizzato per le scene iniziali della Prima guerra mondiale) che lasciava gli studi Chaplin per la San Fernando Valley.
Fu poi diffusa una seconda fotografia, quella di Chaplin in uniforme da Hynkel assieme al cameraman Rollie Totheroh, molto più visibile di lui.
Incredibilmente quelle furono le uniche due immagini rilasciate alla stampa del già famigerato Grande dittatore, annunciato dalla United Artists nel gennaio 1939. Così, prevedibilmente, i giornali ricorsero alla creazione di immagini proprie, come mostrano alcuni esempi presenti nella collezione dei ritagli stampa conservata negli archivi Chaplin: per esempio i montaggi fotografici di Hitler e Mussolini, con le teste di Chaplin e Jack Oakie, sono sorprendentemente accurati. Photoshop ante litteram.
Il numero del 17 giugno 1940 di “Life magazine” pubblicò la prima fotografia paparazzata di Chaplin nei panni di Hynkel, e Chaplin intentò immediatamente, e vinse, una causa per ingiunzione.